Pirateria streaming: la Camera approva il nuovo testo che prevede anche multe salate per gli utenti
La pirateria streaming è un fenomeno sempre più diffuso, che riguarda la condivisione non autorizzata di contenuti protetti da copyright in streaming su internet. Questa pratica illecita rappresenta una minaccia per l’industria dell’intrattenimento e per i titolari dei diritti d’autore, ma anche per la privacy e la sicurezza degli utenti che ne fanno uso. In questo articolo, esploreremo il fenomeno della pirateria streaming, analizzando le sue cause, i rischi e le conseguenze, e fornendo suggerimenti su come evitare di cadere in trappola.
Che cos’è la pirateria streaming?
La pirateria streaming è un fenomeno che consiste nella condivisione non autorizzata di contenuti protetti da copyright in streaming su internet. In pratica, si tratta di siti web o servizi online che offrono la visione di film, serie TV, eventi sportivi e altri contenuti senza il permesso dei titolari dei diritti. Questo tipo di attività è illecita e può comportare sanzioni civili e penali per chi la pratica.
La pirateria streaming rappresenta una minaccia per l’industria dell’intrattenimento e per i titolari dei diritti d’autore, in quanto causa una perdita di introiti e di valore dei contenuti. Inoltre, i siti di pirateria streaming spesso presentano rischi per la privacy e la sicurezza degli utenti, poiché possono diffondere malware e virus informatici o raccogliere dati sensibili degli utenti.
Legge contro la pirateria di fil e serie tv
Il governo sta per attuare un’importante azione per contrastare la pirateria online. La Camera ha infatti approvato un nuovo testo che prevede sanzioni più severe per coloro che diffondono o fruiscono di contenuti pirata. Anche l’Autorità Garante, l’AGCOM, avrà maggiori poteri per intervenire contro la pirateria informatica, compresa quella riguardante la trasmissione di contenuti in diretta. Il testo è stato votato all’unanimità con 256 voti favorevoli e ora passerà al Senato per la votazione finale. È probabile che il testo venga approvato, alla luce dell’esito della votazione alla Camera.
Una volta che il testo sarà stato approvato dalle due Camere, le sanzioni diventeranno più severe. Coloro che diffondono contenuti pirata saranno puniti con una pena fino a 3 anni di carcere, mentre chi fruisce di questi contenuti sarà sanzionato con una multa fino a 5.000 euro. Il testo prevede anche maggiori poteri per l’AGCOM, che potrà intervenire più direttamente contro IPTV e altre soluzioni che violano il diritto d’autore, in particolare per quanto riguarda la fruizione di Serie A, serie TV, film e altro.
Tra i nuovi poteri dell’AGCOM c’è anche quello di oscurare i siti che diffondono contenuti pirata entro 30 minuti dalla scoperta, e di avvisare gli utenti che visitano questi siti dell’intervento dell’Autorità, comunicando loro la possibilità di essere segnalati alle autorità competenti. Il tracciamento avverrà tramite l’indirizzo IP, rendendo più difficile l’anonimato.
L’obiettivo è di automatizzare il più possibile il processo per intervenire in modo tempestivo contro la pirateria online, che rappresenta una minaccia per i contenuti digitali. Ora si attende il passaggio al Senato, ma è chiaro che una volta che il testo sarà approvato, sarà molto più rischioso utilizzare soluzioni pirata per la fruizione dei contenuti digitali.
Sanzioni per gli utenti
La normativa relativa alle sanzioni per violazioni del diritto d’autore è stata modificata e prevede ora sanzioni più severe per le violazioni gravi, come ad esempio la distribuzione di grandi quantità di opere. In questi casi, la sanzione ammonta a 5.000 euro, mentre per le violazioni meno gravi la sanzione è di 150 euro. La normativa si applica anche ai servizi di streaming e condivisione online e prevede la confisca dei supporti fisici, come hard disk e computer.
Tuttavia, a differenza di quanto riportato da alcune fonti, la normativa non prevede la reclusione per gli utenti finali in nessun caso, come chiarisce l’avvocato esperto di copyright digitale, Alfredo Esposito. La reclusione è prevista solo per violazioni commesse a scopo di lucro, con una pena che va da 6 mesi a 3 anni e una multa che varia da 2.582 a 15.493 euro.
La normativa non si applica quindi se l’interesse è solo personale, come ad esempio il risparmio dei soldi per l’acquisto di una determinata opera. Tuttavia, l’utente che utilizza un “pezzotto” rischia una pena e una sanzione più severe, poiché si è dotato di un hardware appositamente creato per aggirare le protezioni.
La nuova normativa prevede anche un aumento delle pene e delle sanzioni per chi guadagna dalla distribuzione di prodotti illegali, e offre nuovi poteri all’Agcom per colpire la loro monetizzazione. Tutto ciò potrebbe portare a una ridotta disponibilità di tali prodotti per gli utenti finali.