• Ultima modifica dell'articolo:Aprile 25, 2023
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Wi-Fi 7, che cos’è e come funziona?

Com’è ormai chiaro a tutti, la tecnologia continua incessantemente il suo progresso. Mentre si è abituati ad un frenetico aggiornamento dei prodotti, fisici, che utilizziamo tutti i giorni, spesso dimentichiamo le connessioni che ci permettono di utilizzarli. Software e programmi oggi vedrebbero dimezzare le proprie possibilità senza una connessione ad internet. Anche il miglior modem presente in casa potrebbe ricevere importanti aggiornamenti in futuro. Forse solo i più appassionati conoscono il più recente Wi-Fi 6 al quale quasi tutti i dispositivi sono passati.

Ancora più recente è ad esempio il Wi-Fi 6E che oggi ha un’ottima copertura. Mentre tanti credevano che per nuovi aggiornamenti su questo fronte avrebbero aspettato a lungo, il Wi-Fi 7 comincia a vociferarsi come cosa certa. Cos’è il Wi-Fi 7 e come funziona questa connessione? Quali sono i principali punti di differenza con la precedente generazione? Risponderemo a queste domande in quest’articolo cercando di essere chiari, di fornire informazioni esatte ma sopratutto esaustive.

Beve recap sul Wi-Fi 6

Anno 2022, il Wi-Fi 6 fa la sua comparsa e viene largamente accettato da moltissimi utenti e prodotti. Lo standard è quindi il più utilizzato e tutti i prodotti introdotti sul mercato sono compatibili. Il Wi-Fi 6, lo standard IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) era più conosciuto tramite il codice 802.11ax. Per i più informati, questo standard viene implementato con un nome decisamente autoreferenziale: Wi-Fi ad alta efficienza. I miglioramenti che apportava, infatti, erano notevoli, specie in situazioni di ambienti congestionati. Seppur si basasse sulla medesima dual band a 2,4 GHz o 5GHz le differenze erano decisamente interessanti.

In primis la copertura. Si riusciva a lavorare stando ben più lontani dalla sorgente wireless e questo permetteva enormi possibilità nell’essere più produttivi. La vera rivoluzione era nel miglioramento dell’intera rete e questo lo si notava sia in 2,4GHz che in 5GHz. Nel primo caso infatti la copertura era maggiore anche se la velocità stentava. Nel secondo caso si aveva una velocità maggiore a fronte di una copertura minore. Con la precedente generazione, il Wi-Fi 5 infatti, si era puntato tutto sulla velocità di picco che per alcuni diventò la panacea di tutti i problemi.

Con lo sviluppo di dispositivi intelligenti ci si è accorti che la velocità di picco non era più abbastanza per soddisfare una rete cosi fitta di dispositivi. Si pensò quindi di implementare l’efficienza con una gestione simultanea di vari dispositivi con access point, i famosi AP. Per comprendere questo meccanismo, basti pensare che se tanti dispositivi usano la stessa frequenza, il canale si satura facendo crollare la velocità di scambio dati. Il funzionamento di una rete domestica è per certi versi uguale al traffico cittadino nel quale troppe auto sulla stessa strada intasano gli spostamenti.

Wi-Fi 6 e la svolta

Nel 2018, IEEE e Wi-Fi Alliance si impegnano a rilasciare Wi-Fi 6: la svolta. Con questo nuovo standard si ebbero sin da subito miglioramenti su efficienza, scalabilità, sicurezza e flessibilità. Tramite vari strumenti, il web si riempì di video e articoli che esponevano i miglioramenti sopratutto sulla capacità di throughput, ovvero sul trasferimento dati. Rispetto al vecchio 802.11ac la velocità aumentò di tre volte. Si passò dai 3,5 Gbit/s del Wi-Fi 5 ai 9,6Gbit/s del Wi-Fi 6. In questo, il miglioramento del cosiddetto spettro andò a modificare non la velocità nominale ma l’area di copertura, per questo si migliorò l’efficienza.

Un secondo aspetto che ottenne i maggiori risultati fu la latenza. I risultati ottenuti sull’efficienza si riverberarono anche sulla gestione di enormi quantità di dati con una riduzione della latenza del 75%. Ciò che gli utenti notarono sin da subito furono i miglioramenti per le connessioni con “pacchetti più piccoli” ovvero il traffico voce e le connessioni di dispositivi IoT. Tutto fu basato infatti su OFDMA (Orthogonal Frequency Division Multiple Access) una tecnologia per cui si trasmettevano dati simultaneamente e in parallelo.

In tal senso la latenza venne abbattuta migliorando le connessioni più leggere. Sui grandi trasferimenti di dati invece, vennero migliorate le prestazioni. Si passò infatti dal vecchio 802.11ac che separava i dispositivi su diversi flussi, alla funzionalità uplink dell’802.11ax. Con questa funzionalità i poteva ricevere contemporaneamente da più stazioni. Questo permise di migliorare la trasmissioni di grandi flussi di dati come ad esempio i video HD in streaming.

Cos’è il Wi-Fi 7 e come funziona?

Sulla scia dei miglioramenti ottenuti con il Wi-Fi 6 si è compreso che la strada da seguire è il potenziamento dell’efficienza in reti ad alta densità. Si abbandona quindi l’attenzione per l’inutile velocità di picco per impegnarsi sull’efficienza. Il Wi-Fi 6 ha portato molti vantaggi che persistono anche con Wi-Fi 7. Ecco perché il Wi-Fi 6E continuava a basarsi sullo standard IEEE 802.11ax. Il Wi-Fi 7 porta una vera rivoluzione in quanto cambia stardard di base. Con l’ultima versione infatti si passa a IEEE 802.11be. In questo caso, i miglioramenti sono stati più evidenti proprio nella velocità e nella latenza oltre ad un netto upgrade di tutta la parte relativa alla gestione delle reti.

È ovvio che tutto questo crea la giusta base di partenza per lo sviluppo di nuove tecnologie. Basti pensare alla realtà virtuale e a tutto ciò che può esservi connesso. Anche in questo caso possiamo parlare di una connessione ETH (Extreme High Throughput) che sfrutta sia i 2,4 GHz che i 6 GHz. Com’è facile intuire siamo su un livello quattro volte superiore in termini di larghezza di banda. Dati alla mano, la larghezza di banda del Wi-Fi 7 sarà tra i 30 e i 40 Gbps.

Progressi ottenuti

Anche con il Wi-Fi 7 si sfrutta la tecnologia OFDMA che abbiamo già esposto in precedenza. In questo caso però, si potranno sfruttare le Multiple Resource Unit (MRU) appositamente progettate per ridurre latenza e interferenze. Si possono ottenere grandi risultati in questo modo. I test mostrano come con una configurazione di questo tipo si ottengono valori raddoppiati nei flussi MU-MIMO. Oggi infatti vengono utilizzati i CMU-MIMOche sfruttano 16 flussi.

I vantaggi più sensibili sono stati invece ottenuti con la MLO o Multi-Link Operation che permette di inviare e ricevere dati su più bande radio. In tal senso si crea un’unica connessione aggregata. Le prestazioni in termini di throughput migliorano fino a 7 volte per i dati provenienti da Intel. Lato TWT invece, il Wi-Fi 7 permette di sfruttare la Restricted Target Wake Time. Con questa tecnologia si può riservare larghezza di banda per determinate trasmissioni.

Velocità

Tralasciando tecnicismi forse non comprensibili fino in fondo vediamo i dati relativi alla velocità. I vantaggi più significativi riguardano appunto l’aumento della larghezza di banda. Negli anni passati si è cercato di sviluppare e aumentare il numero di bande adibite alla comunicazione. Il traffico tra router e dispositivi quindi è stato migliorato tramite questa strada. Oggi invece si tende più a svilupparne l’ampiezza in modo da eliminare interferenze aumentando la velocità.

I dati sono decisamente incoraggianti. Se consideriamo che da Wi-Fi 5 a Wi-Fi 6 si è passati da 80 MHz a 160 MHz, per il Wi-Fi 7 ci sono ottime prospettive all’orizzonte. Wi-Fi 7 permetterà una larghezza di banda fino a 320 MHz con bande radio 2,4 GHz, 5GHz e 6GHz. Questo significa che ogni singolo flusso svilupperà una velocità di 2,4 Gbps. In teoria quindi, una banda Wi-Fi 7 a 6GHz (si tratta di 16 flussi) fornirà una connessione a 40 Gbps, specie se contiamo il supporto a QAM.

Data di uscita

Nonostante il Wi-Fi 7 sia ancora in fase di sviluppo/test, le date di uscita non sono troppo lontane. Fonti attendibili infatti ipotizzano il 2024 come anno di lancio. Ecco perché i dispositivi in circolazione come il Galaxy S23 montano chip come lo Snapdragon 8 abilitato per il Wi-Fi 7. Ovviamente la data di uscita non segnerà il declino o l’abbandono del Wi-Fi 6. I due standard molto probabilmente conviveranno a lungo anche per un maggior supporto dei dispositivi in circolazione.

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Michele Guglielmi

Scrivo di tecnologia, da sempre appassionato di tutto ciò che riguarda l'innovazione e il vivere smart.