• Ultima modifica dell'articolo:Dicembre 16, 2023
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Le migliori alternative a ChatGPT

Dopo un exploit di dimensioni mondiali, ChatGPT continua a far parlare di sé anche nel nostro Paese. La decisione più recente che riguarda l’applicazione di intelligenza artificiale non è delle migliori. Il Garante della privacy infatti ha espresso il suo NO a ChatGPT in Italia e all’accesso ai servizi offerti. In Italia infatti con il provvedimento 30/03/2023 n.9870832 si citano diversi motivi per i quali è stata presa questa decisione. Le fondamenta più importanti dello stop sarebbero da rinvenire nel Codice in materia di protezione dei dati ma anche in altre tematiche.

Quelle principali riguardano, citando testualmente, “l’assenza di idonea base giuridica in relazione alla raccolta dei dati”, “la verifica effettuata in merito dimostra che non viene fornita alcuna informativa agli utenti i cui dati sono raccolti da OpenAI”, “l’assenza di filtri per i minori di 13 anni”. Lo stop, che si vociferava sarebbe divenuto ufficiale per i motivi di cui sopra, pone utenti e aziende di fronte alla scelta di un’alternativa.

Ecco quindi le migliori alternative a GPT che possono tornare utile. Sebbene ChatGPT sia stata forse l’unica identità associabile all’intelligenza artificiale per il grande pubblico, i più informati sapranno che non è cosi. Le aziende che si sono impegnate per lo sviluppo di software in questo settore sono molte. In questa comparativa vedremo infatti le principali in merito ai vantaggi offerti e alle prestazioni dei relativi software. Partiamo!

Google Bard

Perché non partire direttamente dalla concorrenza più immediata? Google Bard è una delle realtà più interessanti nel settore. Nato da sviluppi di un programma risalente al 2017, il nuovo software di Google fa ben sperare sotto tutti i punti di vista. Presentato il 6 Febbraio da Sundar Pichai, questo software ha sin dai primi download mostrato quanto sia potente. Mentre molti pensano che OpenAI sia stata la prima società ad investire nell’intelligenza artificiale, basti pensare che Lemoine di Google ci stava lavorando già da 6 anni. Google Bard infatti è un’evoluzione di LaMDA. Un software basato su reti neurali del tutto simili al ragionamento umano.

Google Bard vs ChatGPT

Il vero tallone d’Achille di ChatGPT risiedeva nella sua chiusura alle news. Sono molti i video suoi social nei quali gli si fanno domande su vicende più recenti. Gli esempi vanno dalla guerra in Ucraina alle più recenti vicende legate al Covid . Come ci si aspettava, i risultati sono stati deludenti. Ecco perché Google Bard potrebbe avere un’arma in più. Il suo funzionamento è basato sui motori di ricerca di Google e quindi è più aggiornato. Uno dei difetti di ChatGPT rivenuto in alcuni esperimenti ha riguardato poi l’effettiva veridicità delle risposte.

Su questo Google ha cercato di metterci una pezza, implementando il suo chatbot con parametri ai quali il software si aggancia. Logica, aderenza alla domanda e specificità relativa. Questo significa che, in proiezione, Google Bard dovrebbe offrire risposte più logiche, maggiormente aderenti alla domanda e con un grado di specificità pari ad essa. Il software di Google è una delle alternative a ChatGPT anche se non proprio messo a punto per il dialogo con l’umano.

Bard infatti è proiettato maggiormente verso la creazione vera e proprie di contenuti. La creazione di testi in varie forme letterarie sembra essere la sua vera natura. Questo può essere un fattore determinante per tutte le aziende che vogliano servirsene per il proprio settore marketing.

Perplexity.ai

Un nome che fa sorridere, specie se rapportato ad un software di intelligenza artificiale. Perplexity.ai nasce da una base comune con ChatGPT. L’architettura di base di quest’ultimo, appunto GPT, è stata il trampolino di lancio per molti software simili. Ecco perché dal lancio di ChatGPT si assiste ogni giorno a nuovi chatbot che riescono a fare cose più o meno simili. Perplexity.ai è uno di questi. La premessa per questo software è quella di ottenere un funzionamento più immediato e ravvicinare utente e software. L’aspetto più caratteristico per Perplexity.ai è la sua declinazione. Per altri chatbot occorre collegarsi ad un sito dal quale scaricare il pacchetto d’installazione o usufruire dei servizi online.

Con Perplexity.ai ci sono strade alternative che ne amplificano l’utilizzo, a nostro modo di vedere. La prima strada è quella del sito online, la più tradizionale. Ci si reca su Perplexity.ai e si fa una domanda. Si può scrivere direttamente in italiano e il sito è accessibile dall’Italia. Non occorre utilizzare VPN quindi. Questo è un primo grande vantaggio. Non occorre fare il download di grossi pacchetti. Non occorre fare operazioni sulla propria connessione per accedere ad un servizio. Nei nostri test, il software si è dimostrato decisamente aderente alle domande. Il software è intelligente e cerca di avviare una vera conversazione offrendo oltretutto suggerimenti basati sulla domanda precedente.

App e estensioni

Gli utenti Apple saranno felici di scoprire che esiste un’applicazione per iPhone già scaricabile dall’AppStore. Se già queste due strade soddisfano molti utenti c’è anche un’estensione per Chrome. È possibile avere un software d’intelligenza artificiale da interpellare per ogni evenienza? Con Perplexity.ai si può scaricare l’estensione direttamente dal Chrome web store. In tal modo si può rivolgere domande al chatbot senza abbandonare la scheda sulla quale si è in quel momento. Questo modo di lavorare potrebbe essere uno dei migliori e più produttivi. Per tutto ciò che è possibile fare con questo chatbot viene da chiedersi se questo servizio sarà gratuito a vita.

Il futuro di Perplexity.ai

La bontà e le prestazioni di quello che questo software riesce a fare sono davvero illuminanti. Si utilizza infatti un software proprietario con più piattaforme (tra cui anche un app che richiede notevoli risorse per sviluppo e roll-out) gratuitamente e in forma anonima. Perplexity.ai non richiede registrazione infatti. Viene quindi da chiedersi come faccia il progetto a tirare avanti senza sottoscrivere abbonamenti o servizi a pagamento. Per il momento gli utilizzatori di questo chatbot possono dormire tranquilli. Basta leggere la lista di investitori che c’è dietro Perplexity.ai per comprendere che almeno nel breve periodo ci sono risorse per continuare lo sviluppo.

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Michele Guglielmi

Scrivo di tecnologia, da sempre appassionato di tutto ciò che riguarda l'innovazione e il vivere smart.